Storie di Pigne adora la birra e le collaborazioni… da questo connubio non poteva che nascere una nuova rubrica dedicata al meraviglioso mondo di questa bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di mosto a base di malto d’orzo, aromatizzata e amaricata con luppolo!
Prende il via così Giacomino e il luppolo magico, una serie di approfondimenti dedicati al mondo della birra e curati dal nostro amico birraio Thomas Deponti di cui abbiamo raccontato la storia in questa intervista!
Il titolo “Giacomino e il luppolo magico” vi suona familiare? Ebbene allude a “Jack e il fagiolo magico” e in questa rubrica Thomas parlerà di birre scrivendo sempre storie e leggende come se le persone leggessero le favole di quando erano piccoli.
Buona lettura!
Carlo e i suoi approcci con la Ale
Carlo è un ragazzo di vent’anni, simpatico, non troppo estroverso, addirittura timido e un po’ impacciato quando si relazione con le ragazze.
L’ultima storia amorosa la deve andare a ricercare nella adolescenza, diciamo che negli ultimi anni non ha trovato la ragazza giusta, si può dire che non ci abbia proprio provato.
Frequenta una compagnia stupenda che però è composta per lo più da maschi e le ragazze che ci sono, carine tra l’altro sono già fidanzate e lui non è quel tipo di ragazzo che fa i primi passi, soprattutto da solo, tuttavia stasera andrà da solo ad una serata di degustazione di birra.
Incredibilmente ci andrà da solo, non ha chiesto a nessuno dei suoi amici, vuole scoprire il mondo della birra artigianale, lui che le bionde, rosse, scure industriali li ha provate tutte.
Carlo è un ragazzo coscienzioso, si beve anche tre medie, quando non guida, perché se deve prendere la macchina si fa bastare una pinta per tutta la serata al pub.
Andiamo dritti al presente.
Carlo sta uscendo di casa, e con la sua bicicletta si dirige verso il locale del suo paese in cui ci sarà la degustazione, l’aria frizzante di inizio primavera accelera le sensazioni positive e diminuisce un po’ l’agitazione.
Arrivato alla piccola enoteca che lui normalmente non frequenta paga il dovuto e si siede, in un tavolo ancora vuoto e si accorge di essere forse uno dei più giovani.
La saletta inizia a riempirsi, ci sono signori di ogni età, qualche donna e se i suoi occhi non hanno visto male c’è anche una ragazza.
“Buonasera a tutti e benvenuti alla prima serata, vi spiego un attimo come ci siamo organizzati, davanti a voi c’è un bicchiere, e una brocca di acqua, il bicchiere verrà riempito di birra, l’acqua servirà per sciacquare il bicchiere tra una birra e l’altra, è vietato bere acqua, ricordatevi tutti che fa ruggine”
Qualche risatina di sottofondo.
“Sono Andrea, degustatore di birra dal 2000 e in queste serate cercherò di farvi capire cosa c’è nel bicchiere, e farvi scoprire un marea di sapori e gusti, perché la birra artigianale rispetto a quella industriale offre un ventaglio di aromi eccezionali e alla fine uscirete da qui capendo che fino ad ora non avete bevuto birra, ma qualcosa che ci assomiglia”
Carlo è completamente rapito dall’atmosfera del posto, dal clima che si sta creando e non vede l’ora che la lezione vera e propria inizi.
“Potrei iniziare a raccontarvi un po’ di storia, su come nella lontana Mesopotamia, è nata la birra e di come i Sumeri la bevevano, lo farò, ma credo che per chi vuole imparare a degustare una buona birra artigianale il primo passo da fare sia bere, apriamo la prima bottiglia e partiamo”
Qualche risata, un battito di mani, e le birre vengono versate.
“Mi raccomando fatele fare schiuma, che è la cosa più importante” raccomanda Andrea.
Nei primi posti una persona chiede il perché della schiuma, Andrea spiega che la schiuma protegge la birra, i suoi sapori, il suo aroma, i suoi gusti; oltre a questo fa si che la co2 presente nella birra esploda nel bicchiere e non venga introdotta nella nostra pancia.
“Quindi la birra non gonfia” sentenzia Andrea, poi si guarda la pancia ci mette una mano sopra e dice “Questi sono anni e anni di tanto cibo e troppa birra, e nessuno sport, io non faccio testo”
Risate.
La birra dorata con il suo cappello di schiuma è lì nel bicchiere, Carlo guidato da Andrea, prende il bicchiere e inizia ad osservare il colore, che scopre essere un dorato, nota le bollicine molto fini della schiuma bianchissima, espressioni di una birra eseguita molto bene.
Dopo la vista si inizia ad usare l’olfatto, ed inizia il divertimento
“Cosa sentite, ditemi, senza problemi, quello che vi viene in mente” – domanda Andrea.
Escono dalle bocche dei commensali, malto, pane, luppolo, e poi una camomilla.
“Brava camomilla, lo sempre detto che le donne sono avanti” pausa “Eh si uomini facciamocene una ragione, le donne hanno un naso molto più sviluppato del nostro, sentono molte più sfumature di noi”.
Carlo ritrova la camomilla e sente un odore che non riesce ad identificare, gli ricorda il pepe, ma è possibile del pepe in una birra?!?!
“Oltre alla camomilla e al floreale si avverte anche un leggero pepato sempre donato dai luppoli usati”
Carlo tra se e se pensa, ci ho preso, tutto contento.
Andrea prosegue nella sua spiegazione “Il terzo passo dopo aver guardato la nostra birra, aver annusato gli aromi che sprigiona, è berla e sentirne i gusti”
“Amara” – dice un signore, incalzato dal vicino che dice “Dolce”
Risate generali.
“Hanno ragione entrambi” – ci dice Andrea – “Perché questa birra ha un attacco dolce, e poi arriva l’amaro che rimane in bocca lieve per tutta la bevuta”
Tutti riproviamo a berla e capire questa sfumatura, alcuni non la capiscono compreso Carlo, ma è normale, è la prima birra che bevono con coscienza.
“Per inciso avete bevuto una Ale, golden ale, una birra dorata di stile inglese, Ale sta per birra, golden sta per oro” – chiude Andrea prima di finire anche lui la sua birra.
La birra leggera e abbastanza frizzante scende in gola con piacere, così come le altre totalmente diverse e Carlo scopre che la birra artigianale fa esaltare le sue papille gustative.
Si è passati da colori dorati a scuri, da aromi di camomilla a quelli agrumati e fruttati, dal gusto di crosta di pane, al miele fino al cioccolato e la serata finisce con una sorpresa che Carlo annoterà sul suo quadernetto di appunti con tanta gioia, senza rendersene conto.
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