Cosa lasciamo di noi dentro ogni casa in cui abbiamo abitato? Cosa ci portiamo dietro una volta chiusa quella porta? Sono le domande che Dimitri, protagonista di “Atlante della case maledette”, si pone cercando di fare ordine nel suo passato disegnando, a memoria, la geografia della case in cui ha vissuto.
Atlante della case maledette
Illustrazioni di Paolo Bacilieri
Rizzoli Lizard
In quante case ho messo piede nel corso della mia vita? Decine? Forse centinaia?
Atlante delle case maledette
Chi nella vita ha fatto qualche trasloco conosce bene quella sensazione che si prova quando, portato fuori l’ultimo scatolone, si rimane a guardare la casa vuota, con una mano sulla maniglia della porta in ingresso, quasi a non volersi staccare.
Ripercorri con gli occhi tutte le stanze piene di ricordi, belli o dolorosi e quasi senti ancora i rumori familiari e gli odori che hanno abitato con te quella casa.
Poi ti decidi a chiudere quella porta sperando di portare con te solamente le cose belle e lasciare, ben chiuso dietro a quella porta, tutto il resto.
Impossibile non riconosce in questo romanzo lo stile di scrittura denso e avvolgente di Francesco Bianconi, cantante e compositore dei Baustelle che proprio in questi giorni hanno pubblicato il nuovo album “Elvis”
Quanto tempo abbiamo trascorso nelle case prima di arrivare a questo punto?
Atlante delle case maledette
Il novanta per cento della nostra esistenza, secondo gli studiosi.
Scritto durante il periodo del lockdown, in un mondo sospeso dal virus, “Anatomia delle case maledette” di Francesco Bianconi, voleva essere un invito ad interrogarci su chi siamo e chi saremmo potuti diventare quando il mondo si sarebbe riaperto e saremmo tornati a viverlo.
Un invito più attuale che mai, perché se è vero che ci siano lasciati alle spalle la pandemia, è anche vero che siamo rimasti intrappolati così a lungo dentro quelle case, che ancora adesso molti faticano a uscirne.
Quelle case sono stare una protezione, una cura, una sicurezza ma anche una maledizione.
Hanno visto sgretolarsi certezze, amori, rapporti. Hanno visto mettere in discussione stili di vita, lavoro e abitudini.
E in un certo qual modo, anche se adesso siamo fisicamente liberi di uscire, in realtà siamo ancora chiusi dentro quelle case.
Ogni casa dovrebbe essere progettata per essere invisibile,
Atlante della case maledette
pensata per non esserci, costruita per essere decostruita.
Ma forse, come ci invita a pensare Francesco Bianconi, dovremmo iniziare a pensare che casa non sia il contenitore materiale dentro al quale riponiamo al nostra vita, ma il contento stesso, NOI, con le nostre vite, con le nostre speranze e fragilità.
NOI siamo casa.
Autore
Francesco Bianconi (1973) cantante e compositore, ha pubblicato otto album con i Baustelle e ha scritto i romanzi Il regno animale e La resurrezione della carne. Nel 2020 ha esordito con il suo primo album solista, Forever. Con Atlante delle case maledette ha vinto il Premio nazionale di narrativa Bergamo 2022.
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