Ho pensato molto a come cominciare il 2024 della rubrica “Adotta Un Libro” e devo dire che è stato molto difficile, anche se il mio vecchio comò è sempre pieno di libri letti e da leggere, quindi il materiale non mi manca.
Ma in questi mesi ho avuto un po’ il blocco dello scrittore, avevo un sacco di parole nella testa ma non riuscivo a metterle giù su “carta” e più non le lasciavo uscire più si accumulavano dentro rendendo sempre più complicato districarle.
Ho scritto bozze, le ho cancellate, le ho accantonate per poi riprenderle in mano in un secondo momento, ho letto libri su libri, ne ho ricevuto molti in regalo ancora da iniziare, ma nulla sembrava darmi ispirazione.
Poi qualche giorno fa, facendo pulizia tra le cartelle del portatile ho ritrovato alcuni audio dello scorso anno, registrati “on the road” alla volta del salone del Libro di Torino.
ROCK & BOOKS
Mi viene da sorridere ripensando a quella giornata dove ha piovuto tantissimo e il suono dei tergicristalli faceva da sottofondo alle voci registrate che avrebbero dovuto fare da corredo alla prima puntata di un podcast a tema libri e musica che però non ha mai visto la luce.
L’idea del podcast era nata da un rituale che adoro, la combinazione di scegliere un libro e mettere su un vinile o una playlist così da creare questa magia in grado di rendere unico il momento.
Non so perché poi io non abbia portato avanti tutto questo, nonostante nella mia testa, e nei miei appunti, ci fossero un sacco di spunti interessanti. Credo sia stata questa paura di non essere all’altezza, di non essere brava abbastanza per buttarmi a fare qualcosa di nuovo. Non sono una speaker, non sono una scrittrice, non vengo dal mondo radiofonico, non ho una dizione perfetta, non pronuncio bene la “gl” e le mie “e” sono troppo milanesi, tutte cose che hanno smorzato molto la mia creatività e affossano il mio coraggio.
La prima intervista del podcast era dedicata a
Giuseppe Musto
in arte Il Ragazzo Del Novantanove
scrittore e musicista
GIUSEPPE MUSTO
Ho conosciuto Giuseppe durante il periodo del lock down, è scrittore, musicista ed è un personaggio a mio avviso molto particolare. All’apparenza silenzioso e dall’aria malinconica, in realtà Giuseppe Musto è un gran parlatore e ha dentro sé un meraviglioso mondo da raccontare.
E sono molto contenta che da un commento ne sia nata poi una bella conoscenza virtuale prima e reale poi, con il nostro incontro al parcheggio dei treni di Rho (Milano) per partire alla volta di Torino in una giornata di pioggia pazzesca.
In questo viaggio ho registrato molti audio, abbiamo parlato dei suoi libri della sua musica e abbiamo riso molto. Li ho riascoltati e mi sono trovata a sorridere e a chiedermi “ Ma perché non sono andata avanti? “
Ecco, in qualche modo mi sono sentita di aver tradito la fiducia di Giuseppe perché lui ha creduto in questo progetto, ha creduto che potesse essere una casa carina e che avrebbe potuto avere realmente un seguito e allora ho deciso… iniziamo il 2024 con un cambiamento!
Voglio ringraziare Giuseppe, per la sua disponibilità e per essere così … Giuseppe, dedicando a lui il primo articolo del 2024 della rubrica “Adotta un libro”.
QUEI MALEDETTI GIORNI DELLA MIA VITA DA CANI
Il suo primo è uscito nel 2020, anno non proprio fortunato
Un romanzo molto ironico, come l’ha definito Giuseppe nella nostra intervista:
“Quei maledetti giorni della mia vita da cani” è un romanzo del quale vado molto fiero, che ho scritto durante il periodo in cui lavoravo a Milano e facevo un lavoro che odiavo con tutto me stesso ed ero circondato da persone che, invece, vivevano per il lavoro e a me questa cosa faceva impazzire!
Qual è l’idea dietro a questo libro?
L’idea per questo romanzo è nata dal tentativo di mettermi nei panni di queste persone, cioè di persone che costruiscono la loro vita attorno al lavoro, cosa che io ho sempre detestato. Quindi mi sono detto “mettiamoci nei loro panni e proviamo a capire”, e ne è nato un romanzo molto divertente ma allo stesso tempo terribilmente triste.
… e terribilmente vero, mi sento di aggiungere,
Pur avendo riso molto leggendo delle disavventure del protagonista Emilio Marinetti, mi sono resa conto che in effetti la nostra realtà quotidiana non si allontana molto dal racconto e che non sempre si riesce a venirne fuori.
Emilio Marinetti uno di noi!
Scrivere questo libro per me è stato terapeutico perché mentre lo scrivevo mi sono chiesto come sarebbero queste persone al di fuori del loro lavoro. E scriverlo mi ha aiutato a capire che sono delle persone interessanti anche loro perché, viste fuori dall’ambiente lavorativo, c’è altro.
La vita di ogni uomo è un puzzle: ci sono pezzi pieni di colore e altri impenetrabili.
Giuseppe Musto, Quei maledetti giorni della mia vita da cani
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