Storie

La Stanzetta del Patchwork: una storia di cucito che crea dipendenza

24 Giugno 2024
Reading Time: 7 minutes

Sono Patrizia, ho 58 anni zitella. Vivo in campagna, ho 5 gatti appiccicosi e 2 oche urlatrici. Il mio lavoro ufficiale è fare le pulizie.

Con un inizio così non potevamo che, con estremi ritardi, lentezza e “domani mi ci metto”, portarci a casa un’intervista con i fiocchi e assolutamente “fuori dal coro”.

Qualche indizio? Un cambio drastico di vita, il colpo di fulmine con il patchwork, la rinascita, Pati e la Stanzetta.

Buona lettura.

STRADE ALTERNATIVE

Anni fa ero la tata di 3 bimbi. Di colpo perdo il lavoro! Ho passato un periodo veramente duro e per impegnare il tempo e per non pensare, quasi per caso, trovo un pezzo di lino molto vecchio e decido di provare a cucire dei sacchettini per la lavanda.

Questo segna un nuovo inizio per Patrizia che non aveva mai preso in mano ago e filo e nemmeno aveva mai usato la macchina per cucire: ma le piace. Racconta come da quel momento le si sia spalancata una porta su un mondo fatto di forme e colori e in quel mondo ha ritrovato Pati: “l’altra me!”.

Il cucito le ha fatto iniziare un cammino dentro sé stessa, aiutandola a superare paure e insicurezze. Quando la giornata finisce ed arriva nella sua “Stanzetta”… “tutto rallenta e si colora, i pensieri se ne vanno ed entro in una nuova dimensione.”

Patrizia
LA STANZETTA DEL PATCHWORK: le origini

Da cosa nasce l’idea del progetto La Stanzetta del Patchwork? Ci ha stupito la risposta, una considerazione sulla quale non ci era mai capitato di riflettere: in tutti gli anni di cucito l’idea di separarsi dalle creazioni la rendeva triste. Poi, ha capito che non funziona così, che cucire per sé stessi non porta a nulla e allo stesso tempo non era sostenibile continuare a regalare.

Mi sono data un obiettivo importante: cambiare la qualità della mia vita! Basta correre, basta fretta, ho bisogno di lentezza e di stare ferma.

Così apre un profilo Instagram e crea “La Stanzetta del Patchwork” in primo luogo per cercare di vendere le sue creazioni, ma non solo per questo. Vi invitiamo a darci un’occhiata, è ironico, Patrizia ci mette letteralmente la faccia e vi conquista.

Condividere pensieri, idee con altre persone è importante, allarga la mente. La Stanzetta quindi è un luogo virtuale ma anche fisico che si accende tutte le sere quando schiaccio l’interruttore della mia macchina per cucire e accoglie chi vuole farmi compagnia…

IL PATCHWORK… “CREA DIPENDENZA”

Abbiamo chiesto a Patrizia di raccontarci la sua “relazione” con il patchwork:

La mia maestra Anna durante la prima lezione del corso mi aveva detto: Attenzione il patchwork crea dipendenza!

Ovviamente mi sembrava una cosa esagerata da dire infatti mi sono ritrovata a pensare: faccio una lezione e poi basta!

Aveva ragione. Da allora non ho più smesso.

Ama sperimentare, dice che l’aiuta ad avere una visione laterale

A volte è anche mettersi in gioco e lasciarsi andare, la quiltatura (l’arte di cucire insieme diversi strati di tessuto e ovatta per creare un unico tessuto) ad esempio ha bisogno di morbidezza e leggerezza.

Il patchwork è una forma d’arte particolare, a volte tutto fila liscio a volte bisogna improvvisare. Mi ha insegnato che le regole vanno seguite, ma anche no, che la perfezione non esiste e che i difetti in realtà sono un valore aggiunto.

Patrizia paragona il patchwork ad un viaggio lento, fatto di sguardi fuori dal finestrino di paesaggi che cambiano e che stupiscono per forme e colori e rivela che, ad oggi, non saprebbe come fare senza questa meravigliosa magia fatta di stoffe, fili e fantasia.

IL GRUPPO FA LA FORZA!

Anni addietro, come prevede lo spirito del patchwork, si è iscritta ad un’associazione dove un gruppo di donne si riuniva per cucire insieme, la teacher Anna Pelacchi, che purtroppo non c’è più, aveva studiato in America e con pazienza e gentilezza ha spiegato e insegnato tutto quello che sapeva senza mai smettere di incoraggiarle.

Patrizia, ad oggi, è in continuo aggiornamento: libri e video realizzati da professioniste americane le permettono di apprendere le tendenze del momento e di restare “sempre sul pezzo”. Ci racconta che predilige cucire lavori piccoli o medi perché avendo una macchina per cucire casalinga riesce a gestire e  curare meglio l’insieme; ama le forme geometriche, dare vita a paesaggi e, sottolinea “…comunque niente di troppo moderno”, tra una creazione patchwork e l’altra si dedica al cucito creativo che concretizza in piccoli progetti scacciapensieri.

LA NASCITA DELL’IDEA

Ora è il momento in cui chiediamo all’immaginazione del lettore di iniziare a volare: la nascita e sviluppo dell’idea.
Patrizia rivela che prima di iniziare un nuovo lavoro si prende tutto il tempo necessario, senza darsi fretta. Guarda foto, schemi e dentro la sua testa inizia a formarsi un’idea.

A seguire arriva la scelta delle stoffe che può essere laboriosa oppure no.

A volte sono loro che si fanno avanti per essere scelte, a volte si nascondono e mi danno il tempo di ragionare bene.

Poi è solita buttare giù una bozza che colora per vedere come risultano i blocchi nell’insieme e successivamente inizia la fase “più noiosa”, parole sue, quella del calcolo delle misure.

Finalmente dopo tutti questi passaggi passo a cucire il blocco di prova, se mi piace si parte tagliando i vari pezzi che poi cucio a catena cioè uno di seguito all’altro. Quando tutti i blocchi sono finiti li cucio fra di loro formando il top, preparo il retro e l’imbottitura, procedo con l’imbastitura e poi ci si avvia al momento più delicato: la trapuntatura.

COLLEZIONI & ISPIRAZIONI

Patrizia crea quilt per la camera da letto, runner per tavoli o cassettoni, mini quilt che possono essere appesi come quadri, paesaggi marini, cartoline in stoffa, biglietti d’auguri con fiori in stoffa, decorazioni natalizie, basket o cestini in stoffa, segnalibri, cactus in tessuto e libretti per aghi. Come si legge le collezioni sono davvero variopinte e per tutti i gusti.

Tra ispirazione dai quilt antichi, dai lavori fatti dalle quilter americane, dalla natura, dai pavimenti. Molti degli artigiani che abbiamo incontrato mettono la natura al primo posto quando si parla di ispirazione e Patrizia non è da meno. I boschi autunnali, le onde del mare, gli uccelli rappresentano spunti davvero illuminanti così come l’osservazione di quello che ci circonda.

LA RELAZIONE TRA I “QUILT” E IL LORO FUTURO PROPRIETARIO…

L’approccio al lavoro su commissione è sicuramente uno degli aspetti che ci hanno colpito di più de La Stanzetta del Patchwork.

Patrizia, ovviamente, si informa sui colori che piacciono alle/ai clienti e anche sull’arredamento e dove verrà posizionato il Patchwork. Tiene a descrivere la nascita dei quilt e del perché realizza piccoli lavori, racconta che le creazioni nascono dalla lentezza e che non sono perfette…

…hanno grinze e pieghe perché la stoffa è “viva” e succede che decide di spostarsi senza chiedere il permesso.

Il cliente è sempre aggiornato sullo stato dell’arte delle varie fasi della lavorazione attraverso fotografie e gli viene chiesto se quello che vede è di suo gradimento. Pochi giorni prima della consegna contatta il committente…

… dicendo che presto lei/lui e il quilt saranno insieme e che i difetti che vedrà sono quelli che renderanno unico e irripetibile l’oggetto tra le sue mani.

Ricordate come l’idea di separarsi dalle sue creazioni rattristi Patrizia? Beh, ne abbiamo avuto conferma dopo aver letto il modo in cui accompagna la sua creazione verso il nuovo proprietario. Non si tratta di oggetti, ma di parti di vita, cuore e anima.

In merito ai progetti futuri confida che il suo grande desiderio è quello di trasformare questa passione in un “lavoro”:

…cambiare la qualità della mia vita facendo qualcosa che mi piace e che mi dia soddisfazione ma non solo, colorare con una piccola coperta la vita delle persone mi riempie di gioia.

MERCATINI

I mercatini rappresentano una vetrina importante per artigiani come Patrizia, ma non si tratta solo di vendita, questi momenti sono anche occasioni di scambio, di confronto e arricchimento umano.

…li adoro! Mi piace “arredare” il mio piccolissimo banco strapieno di cose. Mi piace vedere la gente che passa, chiacchierare con i vicini di banco rispondere alle domande delle persone che si avvicinano a vedere le mie cose esposte. Mi piace esporre i miei patchwork e sto imparando come valorizzarli al meglio. Sono giornate stancanti ma anche riposanti. Stancanti perché mi devo alzare presto e poi sono sempre molto tesa perché in genere mi perdo e arrivo in ritardo! Riposanti perché quando ho finito con calma di sistemare tutto mi riposo e non faccio niente per una giornata intera!

ESSERE ARTIGIANI OGGI

Chiudiamo l’intervista con una riflessione. “Cosa vuol dire essere artigiani oggi?” Patrizia risponde “Vuol dire tante cose”. Sottolinea di essere artigiana quando le viene commissionata una creazione, ma anche quando crea con ispirazione. Significa faticare per cercare di vendere qualcosa fatto con le proprie mani spiegando il perché i prezzi sono più alti rispetto a quelli di oggetti industriali, vuol dire investire tempo e denaro per la ricerca di materiali di qualità, talvolta anche frustrazione e delusione.

Vuol dire riporre speranze e desideri in un oggetto che posso quasi definire una creatura che, piano piano nasce dalle mie mani, che ha tanto di me dentro e da cui mi separerò sperando che nella sua nuova casa sarà apprezzata.Non so se sono un’artigiana, di sicuro le mie mani lavorano tanto e quando riesco a vendere una mia creazione il mio sorriso è molto grande.


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