Un famoso proverbio recita: “non tutto il male viene per nuocere…”, talvolta certi episodi negativi possono aprire la strada ad una lunga sequenza di eventi positivi. E anche un lockdown si può guardare con occhi nuovi se dà vita ad un progetto che permette di creare piccole finestre di fiori affacciate sul mondo.
Abbiamo chiesto a Caterina di raccontarci la sua esperienza, come sempre dalle origini ai suoi sviluppi, con particolare attenzione alle curiosità e al dietro le quinte, soprattutto se fuori dal coro!
Ne è venuta fuori un’intervista intima, nella quale emerge un’artigiana sensibile e “d’altri tempi”, alla ricerca del bello, del fiabesco e dell’eccezionale al pari di Anna nel libro “Anna dai capelli rossi” di Montgomery.
MENTE E MANI DIETRO A DEAR OLD WORLD
Chi è Caterina?
Cominciamo con una sventagliata di numeri: sono al mondo da 34 anni, compagna di Claudio da 17 anni, mamma di Leandro da 8 mesi. Nata e cresciuta a Prato e adottata da qualche anno dalla Valbisenzio. Quando non sono completamente assorbita dalla complessa gioia della genitorialità o impegnata a raccogliere e pressare fiori, cerco con scarso successo di coltivare il giardino e tenere in vita una quantità a tratti vergognosa di piante grasse.
Sono una mediocre giocatrice di videogiochi ed un’appassionata giocatrice di ruolo, bazzico i mercatini dell’usato alla ricerca di ninnoli che puntualmente non so poi dove sistemare e compro nuovi libri prima di aver finito quelli nella pila “da leggere” (ma questo lo facciamo tutti, lo so).
DEAR OLD WORLD
Leggiamo che le parole di L.M. Montgomery ti hanno molto influenzata e spinta a ricreare la sensazione di “Green Gables” nella tua vita… ci racconti cosa è successo e l’origine del progetto?
L’artefice principale di questo bisogno è stato il primissimo lockdown dovuto alla pandemia di Covid19. Abito infatti in una provincia toscana che si trova alle pendici dell’appennino, una zona davvero bella e ricca di storia chiamata Valbisenzio, che durante il lockdown è stata (per me) teatro di un grandissimo vantaggio ed un gigantesco svantaggio: il vantaggio è stato indubbiamente la posizione in cui mi trovavo, circondata da campi e sentieri che non costeggiavano nessuna zona abitata, così da poter portare fuori Lana (il mio cane) in totale sicurezza.
Lo svantaggio è stato il senso di completo isolamento che ha cominciato a scivolarmi addosso dopo pochissimo tempo. Per mesi non ho visto altro che il mio compagno e, trattandosi di una zona così tranquilla, non avevamo nemmeno l’illusione della “società” dovuto al passaggio di auto o alle famose canzoni cantate dai balconi.
Per questo ho cercato di concentrarmi su quello che avevo per trovarne il bello, il fiabesco e l’eccezionale, come fa Anna nel libro di Montgomery
A lei basta una corona di fiori per sentirsi una regina, io mi sono concentrata su queste piccole finestre/cornici piene di fiori per sentirmi ancora parte di qualcosa ed affacciata sul mondo.
A PROPOSITO DI ISPIRAZIONI…
Da cosa prendi spunto per le tue creazioni? Quali sono le tue fonti di ispirazione?
Confesserò che la mia prima intenzione quando ho cominciato a pressare fiori, era quella di utilizzarli per dei ciondoli in resina. Ho fatto qualche esperimento, fallito miseramente, prima di orientarmi verso l’idea delle cornici.
La mia principale ispirazione è quindi questa prima idea: cerco di organizzare le mie composizioni con lo stesso criterio con cui disporrei i fiori per un gioiello, sfruttando gli angoli della cornice e le naturali curve degli steli per valorizzare il fiore stesso.
Sono anche una utente di Instagram che scrolla e mette “mi piace” molto più di quanto posta, per cui sono sicura che da qualche parte nel cervello ho immagazzinato tutte le meravigliose creazioni di chi popola il mondo dell’artigianato da prima di me.
Guardando le tue creazioni non possiamo non sentirci all’interno di una favola: esiste un legame tra quello che fai e la “magia” o il mondo del piccolo popolo?
Dietro a Dear Old World c’è sicuramente la passione per il fiabesco ed il fantastico che condivido da sempre con la già citata Anna dai capelli rossi di Montgomery.
Venire a vivere lontano dalla città e più vicina al verde ha rinfocolato la passione, staccandola da giochi e dalle letture e riportandola alla mia quotidianità. Mi ha anche avvicinato a due delle cosiddette Fashion Aesthetic che spopolano sul web da qualche anno: il cottagecore, basato sulla celebrazione di una vita rurale idealizzata, ed il goblincore, centrato invece sulla celebrazione di ciò che è naturale e parte dell’ecosistema, anche se lontano dalla comune idea di “bello”.
UNO SGUARDO DENTRO DEAR OLD WORLD
Ci spieghi il lavoro che c’è dietro alle tue creazioni?
Per ogni cornice si parla di un lavoro spalmato su circa tre/quattro settimane, tempo dovuto per la maggior parte al processo di pressatura dei fiori, che raccolgo, ripulisco delle foglie in eccesso o rovinate e quindi sistemo nella mia stortissima ma fedele pressa homemade.
Finita la lunga attesa posso controllare quanti hanno superato il processo senza rovinarsi o senza perdere troppo colore e scegliere quindi quali utilizzare e come abbinarli. Assemblare una cornice è poi un lavoro di libera ispirazione del momento: spesso mi piace aggiungere piccoli elementi extra, come un angolo di carta timbrata, del washi tape o una citazione. In passato ho sperimentato anche con dei disegni a mano libera, che sono stati molto apprezzati.
Preferisci lavorare su commissione o d’ispirazione?
Ancora non mi è mai capitato di lavorare su commissione, ma è una sfida che probabilmente mi piacerebbe affrontare in futuro. Credo però che preferirò sempre lavorare seguendo l’ispirazione, un po’ perché le aspettative di terzi mi mettono addosso una terribile ansia da prestazione, poi perché gran parte del mio processo creativo consiste nel seguire il momento e temo che avere una linea guida già in partenza aumenterebbe di qualche grado il livello di difficoltà (o forse mi sto già auto creando ansia al solo pensiero ed è tutto un film mentale!).
Hai un progetto che preferisci?
Sono particolarmente affezionata ad una serie di tre cornici che ho realizzato tempo fa, nelle quali ho incluso alcuni semplici disegni a mano libera. Si trattava di un esperimento nato dall’ispirazione del momento, che è stato ripagato quasi immediatamente dal grandissimo apprezzamento di una ragazza che le ha acquistate tutte e tre insieme, con tanto di contorno di gentilissimi complimenti.
A PROPOSITO DI FUTURO…
Il futuro di Dear old world: progetti, prospettive e sogni.
Mi concedo un momento di crudo realismo e butto subito fra i sogni la partita iva!
E per chiunque l’abbia già avuta in passato o ne abbia una attualmente, so che parlare di partita iva spinge istintivamente a pensare agli incubi, ma nella mia situazione attuale sarebbe una grande opportunità e mi permetterebbe di ricominciare a ricevere un po’di contributi. Poi indubbiamente vorrei riuscire a smettere di utilizzare supporti pre-fatti per le cornici ed imparare a crearne di mie, per potermi seriamente includere fra i creatori di Handmade. Per ora infatti preferisco, più onestamente, dire che le mie creazioni sono “assemblate a mano”. E quando mi sarà passata la presa a male per i primi esperimenti falliti miseramente, voglio riprovare ad impiegare la resina.
Sto per affrontare il mio primo mercatino (https://www.maravaiamarket.it/) “nei panni” di Dear Old World e sono emozionatissima ma anche terrorizzata! Per l’occasione ho anche creato alcune variazioni sul tema della cornice originale, ma su supporti diversi… presto le presenterò sulla pagina Instagram!
LINK UTILI
Che ne dite di farvi un giro nel magico mondo delle creazioni di Caterina? Trovate Dear Old World su Facebook e su Instagram
No Comments