A tutta Birra

Ne vALE proprio la pena

15 Settembre 2023
Ne vALE proprio la pena COVER_Storie di Pigne
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Ciao e ben tornati, spero che le vacanze siano andate alla grande e che abbiate assaggiato birre nuove.

C’eravamo immersi nel mondo delle “Lager”, ora è il momento di parlare di birre ad alte fermentazione, immergiamoci nel mondo delle ALE precisamente in quelle inglesi.

IL MONDO DELLE BIRRE ALE

Le prime Pale Ale nate in Inghilterra, non erano proprio quelle che abbiamo oggi, erano più ramate e ambrate, ma si chiamavano “pale” cioè pallide per differenziarle dalle birre che si trovavano da anni nei pub, quelle scure come le “porter”.

Le Ale era il nome delle birre inglesi quando ancora non si luppolavano, ma il termine rimase comunque anche dopo l’avvento del luppolo.

La Ale inglese per antonomasia è la “bitter”, stile con tre declinazioni, dalla più chiara alla più ramata, dalla meno alcolica alla più forte, dalla più maltata alla più luppolata, rimangono comunque sempre birre equilibrate in cui si sente la dolcezza del malto e poi l’amaro del luppolo.
Solo nelle Extra special bitter può accadere che il gusto maltato prevalga sull’amaro del luppolo.
Sappiate che berrete birre mai troppo alcoliche, si può arrivare ai 6 gradi.

Non posso non menzionare le Real Ale, birre che troverete solo nel paese della compianta Regina Elisabetta, solo servite nei pub, in quanto birra rifermentata direttamente in fusto.

LE BIRRE SCURE: PORTER E STOUT

Passiamo ora alle famosissime scure, Porter e Stout.

Siamo nel XVIII secolo in Gran Bretagna e nei pub ci sono tre birre: ale, beer (quelle più luppolate) e tuppenny (quelle più costose e le migliori) e gli avventori chiedevano per bere bene e non pagare troppo la miscela delle tre.
Un birraio decise di miscelare preventivamente in un fusto queste tre birre per averle subito pronte, fu un successo incredibile soprattutto tra i facchini (porter in inglese), così la birra prese il loro nome.
Sentori di caffè e cioccolato prevalgono, corpo leggero e finale leggermente amaro.

C’è una versione più alcolica, che raggiunge i 6,5° con sentori di caffè più pronunciato, dovrete chiedere della “Robust Porter” ma se volete esagerare dovrete provare la “Imperial Porter” che arriva fino ai 9°.

IN IRLANDA CON LE STOUT

E ora passiamo alle sue strette cugine… le stout e facciamo un salto in Irlanda.

Qui nascono come versione delle porter, spillate nei pub con azoto e non con co2.

Ci sono ormai anche in questo caso altre declinazioni, vediamole velocemente:

  • Dry Stout, caffettosa, poco corposa, abbastanza secca anche se hanno una buona cremosità
  • Sweet stout, più dolci e morbide, viene aggiunto lattosio per darle appunto dolcezza, luppolo presente ma predomina il malto
  • Otmeal stout, aggiunta di avena che dona un carattere particolare alla birra, direi vellutato, anche qui predomina frutta secca e cioccolato
  • Imperial Stout, prodotta per la prima volta per Caterina II di Russia, è una birra forte, alcolica, con sentori torrefatti, frutta candita, e ovviamente caffè
IN INGHILTERRA CON LE IPA

Torniamo in Inghilterra e vediamo le famosissime IPA.

Non pensate a quelle agrumate che sicuramente avrete bevuto, quelle sono con luppoli americani, qui stiamo parlando delle “Indian Pale Ale”, con una storia alle spalle bellissima, ne ho scritto un articolo in questa rubrica:

Il Viaggio dei 100 giorni – A tutta birra su Storie di Pigne

La Ipa è una birra forte, fino ai 7,5°, amara, luppolo in evidenza, ma bilanciato dal gusto del malto, anche se l’originale è di colore ambrato se ne possono trovare dorate e ramate.

Anche per oggi è tutto e come sempre buona birra buona a tutti!

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