Continuiamo ad entrare nel mondo dei vari boccali d’Europa e precisamente in quelli tedeschi.
Se si pensa alla Germania oltre alle famose Helles viene in mente subito la Weiss, solo che pochi sanno delle sue buonissime declinazioni.
Ma prima si dice weiss o weizen?
Tutte e due, weisse significa bianche e weizen significa frumento, e di questo cereale ne è piena la birra di cui parliamo.
A PROPOSITO DI WEISS
Dicevamo, le declinazioni…
Tutti conoscete le weizen chiare, che sono sempre un po’ torbide, data la alta percentuale di frumento, una birra che sa molto di banana e chiodi di garofano, aromi che sviluppa il ceppo di lievito selezionato per questo stile.
C’è la versione scura, dunkelweizen, che ha un gusto pieno ma meno aromatico, con sentori di caramello derivanti dai malti usati, e c’è anche la versione più alcolica che arriva anche a 8°, con un gusto più complesso, abbina i classici aromi di banana e speziati a quelli dolci maltati e fruttati della bock, infatti si chiama weizenbock.
LE BLANCHE
Se si parla di frumento è automatico parlare delle Blanche, birre belghe che hanno un amaro più sentito rispetto alle cugine tedesche e sentori freschi agrumati e speziati dati appunto dall’aggiunta di bucce di arancia e coriandolo.
Uno stile prodotto fino alla metà degli anni cinquanta e poi ripreso e salvato da un texano amico del birraio fiammingo che produceva blanche a grandissime quantità.
BELGIO E NON SOLO…
Prima di proseguire con il Belgio e le sue grandi birre non posso menzionare la Roggenbier, birra tedesca di segale, una birra scura, amarognola e speziata.
Ritorniamo in Belgio e fermiamoci e raccontiamo delle loro birre forti, quelle che per tutti noi sono di abazia o trappiste.
Le tripel, la tripla, la più forte, creata dagli abati di Westmalle, corposa, alcolica, dolce con un finale amaro, se fatta ad arte, una birra che non rivela all’assaggio tutta la sua potenza e alcolicità, quindi pericolosa.
La belgian golden strong ale, uno stile nato per celebrale la fine della prima guerra mondiale dalla birreria Moortag, oggi è una birra chiara dall’aspetto leggero come la pils ma forte come solo le ale belghe sanno fare.
LE SCURE
Ovviamente esiste anche la versione scura, più dolci e cremose, con sentori di caramello, liquirizia, uva passa, ciliegia, insomma birre complesse che riscaldano il cuore.
Se c’era una tripla in abazia di Westmalle, ci doveva essere anche una doppia, infatti la dubbel è una birra scura con note di biscotto, cioccolato caramello e frutta rossa, che oggi arriva anche ai 8°, ma che quando è stata inventata sfiorava i 6°.
Il Belgio non regala solo birre forti e corpose, ma anche pale ale, più “beverine” come quelle inglesi ma con un corpo più accentuato e speziature quasi sempre evidenti.
Per ultima ma non ultima un’altra birra belga, la saison, che in antichità si producevano al massimo fino a marzo per averle pronte e mature in primavera, una birra non troppo alcolica, dissetante e rinfrescanti, agrumate e amare, ideali per il tempo della mietitura. Oggi si producono tutto l’anno e possono arrivare ad avere una gradazione alcolica anche di 7°.
Anche per oggi è tutto e come sempre buona birra buona a tutti!
Thomas Deponti
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